lunedì 21 febbraio 2011

COTIDIE EXSATIARI (VINO CIBOQUE)

     Ogni giorno, quantomeno due volte e sempre alle ore dei pasti, passo di fronte alla mensa dei Cappuccini. Una piccola folla, composta per lo più o da persone di pelle scura o dai caratteri molto ariani, preme, ordinata ma impaziente, per valicare il cancello che protegge l'ingresso del refettorio.

     Quelli dai tratti magrebini indossano (quasi tutti) giubbotti imbottiti piuttosto sudici: parrebbero tanti ragazzini, con il Moncler, all'ingresso della scuola, se non fosse per la sporcizia del loro indumento; gli altri, i quali provengono con tutta evidenza dall'Europa orientale, invece, vestono, per la maggior parte, cappotti corti, scuri, portati sopra maglioni pesanti e di grezza fattura, e jeans dal taglio passato di moda; con un'etichetta sarebbero il prototipo del moderno quarantenne decadente.

     Sono uomini e donne; tuttavia, quelli non prestano troppa attenzione a queste né viceversa; solo qualche grosso fulvo dalla spalle larghe, raramente, si mostra minacciosamente protettivo nei riguardi di qualcuna in particolare, che gli sta accanto, quando gli occhi neri di un nordafricano indugiano troppo a lungo sopra di lei; donne arabe non ve ne sono: forse sono state lasciate sicure in casa. Gli uomini non si parlano: duellano soltanto a gesti e sguardi; la necessità comune impone loro la non belligeranza.

     Mangiano presto: io devo ancora fare l'aperitivo. Come faranno a buttar giù il cibo senza aver bevuto nulla prima?

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